Il Costa Brava Clube, lo storico club di Rio de Janeiro progettato negli anni ’60 dall’architetto Ricardo Menescal, ospita Casa Italia durante i Giochi Olimpici del 2016. Per la prima volta Casa Italia incarna i risultati di un progetto per far emergere i valori dell’Italia in termini di sport, arte e design. Un progetto che punta in alto. Un progetto italiano.
HORIZONTAL declina a vari livelli il concetto di orizzontale: inteso come modalità di approccio italiano al territorio sudamericano, vale a dire non da conquistatori ma da emigranti, il punto di vista dell’orizzonte inteso come slancio ideale verso l’ignoto, la nostra proverbiale curiosità nei confronti del lontano e dello sconosciuto, e il riferimento al luogo che ospita il progetto visto come un’isola, una nave o un faro slanciato sul mare. L’ispirazione nasce da lontano, dall’intuizione di dar voce alle immagini dipinte da Raffaello Sanzio ne “La scuola di Atene” (1509–1511), celebre affresco delle Stanze Vaticane. Platone e Aristotele si confrontano, come mai è potuto accadere nella realtà, tra la concezione del pensiero verticale (Platone) e orizzontale (Aristotele). Alla teoria gerarchica e verticale che caratterizza la dottrina platonica, Aristotele oppone una visione orizzontale o, com’è chiamata oggi nell’era della globalizzazione, “della contaminazione”. Sia per motivi personali (il filosofo era meticcio, ossia straniero, per questo escluso dalla vita pubblica ateniese) sia per convinzione, Aristotele è il pensatore che si fa interprete di un atteggiamento che oggi ci appare tipico della cultura italiana, un’attitudine alla curiosità per l’altro, ad una capacità di non porre gerarchie tra le discipline e le culture.
E proprio l’intento di contaminazione è quello che costituisce l’ossatura del progetto HORIZONTAL per Casa Italia – Rio 2016. Portare noi stessi, con sincerità, all’attenzione di un pubblico internazionale, che non ha difficoltà a riconoscere, mediante un corredo iconografico molto eloquente, il nostro peculiare modo di entrare in relazione con l’altro attraverso l’empatia.
Gli artisti chiamati a partecipare a HORIZONTAL sono tutti italiani e sono stati scelti proprio in rapporto alla loro capacità di rappresentare con le loro opere proprio i contenuti che Casa Italia vuole veicolare.
Artisti e Opere
Mario Airò partecipa con una delle sue opere più celebri Aurora, una nuova versione realizzata appositamente per questa occasione. Come di consueto gli interventi di Mario Airò nascono per lo più con l’intento di indurre nello spettatore stati d’animo e sensazioni fortemente emotivi.
Di Massimo Bartolini è esposto un grande inchiostro su carta del 2008, dove l’artista traccia una costellazione di paesaggi minimi, con il suo solito stile antimonumentale tipico del gusto italiano contemporaneo.
L’opera Cosa guardano le statue del celebre Gianfranco Baruchello è scelta come capovolgimento della nostra prospettiva storica: siamo identificati come coloro che guardano le statue e il calembour di Baruchello rovescia la nostra prospettiva, rendendoci finalmente liberi di guardare altrove.
L’opera Towards you del duo artistico Bianco-Valente è una delle più conformi al progetto. È posizionata sul ponte che guarda la Baia di Rio da Casa Italia e rappresenta letteralmente il messaggio di apertura dell’Italia al Brasile.
L’opera Horiz-ontal è un intervento ambientale che Davide D’Elia realizza appositamente per Casa Italia. La sua cifra, ormai nota, dell’inabissamento di uno spazio diventa linea dell’orizzonte attraverso la quale passare prima di vedere effettivamente il mare che circonda la sala principale.
Una collezione di paesaggi e mappe di città italiane sono le opere scelte dell’artista Flavio de Marco. I suoi paesaggi sono spesso inseriti in schermate che rimandano al computer e dunque all’esperienza sempre più virtuale che facciamo della realtà.
I Prismi di Giuseppe Gallo raffigurano una collezione vera e inventata di maschere carnevalesche realizzate in bronzo. Queste 26 sculture rappresentano la tradizione del carnevale, nata in Italia ed enfatizzata dal paese che ci ospita a tal punto da diventare una delle attrazioni più importanti di questa città. Un vero esempio di importazione virtuosa.
Piero Golia è tra gli artisti italiani della sua generazione uno dei più interessanti a livello internazionale. Abbiamo richiesto in mostra la sua opera Welcome per sottolineato il senso di accoglienza nei confronti di tutti coloro che hanno accesso alla Casa, ma più in generale a tutto quello che è esterno all’Italia.
Ospitata nello show-cooking di Davide Oldani l’ultima ricerca Cristo Redentor – Divina Geometria – dell’artista brasiliano Oskar Metsavaht, che parte dalle immagini fotografiche del Cristo di Rio realizzando opere pittoriche aniconiche di grande intensità.
Vik Muniz è il più importante artista Brasiliano. Un tributo reso al paese che ci ospita, ma soprattutto un elogio del suo progetto Lixo Extraordinário. Le fotografie presentate a Casa Italia derivano da questo progetto filmico che racconta la genesi di alcune opere d’arte, tutte derivanti dalla tradizione pittorica italiana più aulica, composte con resti metallici. Le opere hanno un forte significato sociale perché testimoniano le vicende quotidiane dei lavoratori di una discarica brasiliana (i catadores de lixo).
Di Paola Pivi sono state scelte due opere molto diverse: una foto di Alicudi e un’opera realizzata con perle colorate. I mezzi utilizzati dall’artista per realizzare le sue opere sono i più vari e il suo lavoro si nutre di suggestioni derivate dalle tradizioni espressive più diverse. In questo senso l’approccio della Pivi è certamente orizzontale. Marco Raparelli ha realizzato appositamente un percorso di 20 sagome sculture per il percorso di avvicinamento a Casa Italia, una rappresentazione ironica del pubblico degli sportivi. Attraverso una spietata sintesi formale, l’artista riporta, senza volontà critica, l’essere umano in quanto tale, illustrandoci con eloquente chiarezza l’emblema di un’umanitàche, seppur in continuo mutamento, sarà per certe abitudini senza tempo.
Gran parte degli spazi comuni di casa Itala sono occupati dall’intervento di Francesco Simeti. Da anni Simeti lavora con la carta da parati per creare un ambiente immersivo. La piacevolezza del mezzo, sempre associato alla decorazione, entra in conflitto in Invisible Cities con la costruzione di pattern altamente significativi, pieni di dettagli capaci di tratteggiare la natura complessa e ambigua del mondo.
Infine sono coinvolti gli artisti vedovamazzei con un lavoro neon +39. Il duo di artisti utilizzano una vasta gamma di media, tra cui scultura, pittura, installazioni e fotografia, affrontando tematiche diverse con grande ironia, sperimentazione e gioco mettendo in discussione la nostra identità e le nostre certezze. Le loro opere danno adito a fraintendimenti letterali, tra cui la traduzione di un film in una scultura, la creazione di una narrativa intorno ad un oggetto fallato, o il ritratto di un capriccio romantico e impossibile.