Per le Olimpiadi di Tokyo 2020 il Coni prosegue il proposito di comunicare Casa Italia attraverso lo sport, l’arte e il life style italiano. Un percorso iniziato a Rio 2016 con Horizontal, la contaminazione tra culture al cuore del progetto, proseguito a Pyeongchang 2018 con Prospectum, il punto di vista italiano nell’incontro con le diverse civiltà, per arrivare a Tokyo 2020, in un edizione all’insegna della Meraviglia.

Il nuovo progetto di Casa Italia Mirabilia interpreta il concetto di meraviglia come sensazione autentica che ci consente di entrare – per qualche istante magico – in uno stato di empatia con il tutto.

Secondo Platone la meraviglia è all’origine della sapienza: «È proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia; né altro cominciamento ha il filosofare che questo» (Platone, Teeteto 155 d). Ma è Aristotele a darne la definizione più completa: «Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano stupefatti di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo.» (Aristotele, Metafisica, 982b-983)

La meraviglia è il vero punto di contatto tra la cultura italiana e quella giapponese perché i giapponesi subiscono il medesimo fascino nei confronti di tutto quello che rappresenta il nostro paese come noi facciamo con la civiltà del sol levante.

Ci troviamo dunque di fronte ad una magica reciprocità.

L’aspetto della meraviglia sviluppato a Casa Italia è il sentimento che proviamo nel rapporto con la natura, i suoi elementi e la magia del quotidiano.

In questo caso il termine Mirabilia è un rimando alle famose stanze delle meraviglie in cui tra il 1500 e il 1700 i collezionisti riunivano pezzi d’arte (artificialia) ed oggetti naturali (naturalia) conservandoli insieme e mostrandoli senza porre tra loro differenza o gerarchia. Gli oggetti erano indistintamente chiamati mirabilia, in altre parole cose meravigliose.

Casa Italia come universo che raccoglie, conserva ed espone il “meraviglioso”, con un linguaggio contemporaneo capace di valorizzare la natura, le tradizioni, l’arte, lo sport ai suoi livelli più alti.

The Kihinkan – Takanawa Manor House è la sede di Casa Italia, l’architettura è quella tipica delle case europee di fine ‘800 inizio ‘900, con una serie di stanze concatenate tra loro – ognuna caratterizzata da un camino ed una decorazione preziosa alle pareti – articolata su due piani. La reinterpretazione di queste stanze dà vita ad una serie di Wunderkammer. Il progetto di allestimento tiene conto dell’architettura della residenza, esaltandone e rispettandone le peculiarità.

Il percorso inizia dalla facciata della casa rivestita da un arazzo di Bonotto, realizzato con un filato ottenuto dal riciclo di bottiglie di plastica, il tricolore inscrive in oro la struttura della tipica casa giapponese, celebra la nostra bandiera, esposta quest’anno in tutto il mondo come sostegno all’Italia, riproposta in segno di ringraziamento.

All’ingresso l’istallazione Tutti i passi di Alberto Garutti, realizzata appositamente, condensa in sé lo spazio e il tempo della vita in cui si prende consapevolezza dell’esser-ci, e la meraviglia che questa consapevolezza dona all’esistenza. In questo contesto l’opera è dedicata agli sportivi e alla riflessione sulla somma dei loro sforzi, delle vittorie e delle sconfitte, che li hanno condotti al gradino più alto che si può immaginare, ma anche a tutti i visitatori chiamati a meravigliarsi del dono di essere qui, ora.

Svetta, nello spazio della scala, l’arazzo Atlas di Bonotto, che cita tutti i continenti come un fantomatico carotaggio da polo nord a polo sud. L’opera alta sette metri e realizzata attraverso le antiche tecniche artigianali dei telai meccanici, è una sorta di viaggio nello straordinario melting pot culturale che caratterizza l’epoca in cui viviamo dettato da un nuovo modo di vivere e di relazionarsi: il nomadismo culturale che ci rende tutti abitanti di un unico spazio-territorio.

La prima stanza amplifica le illusioni. In questa sala caratterizzata da un bowwindow, le opere di Elisa Sighicelli ci aiutano a capire come l’arte attraverso dei piccoli artifici cerchi di emulare i meccanismi della realtà, in questo caso l’artista usa la fotografia imprimendola su teli di raso lucido per fingere che ci troviamo alla presenza di una vetrata.

Un pavimento specchiante esalta il Boa, storico divano dei fratelli Campana per Edra, incorniciato da poltrone Getsuen.

Sulla sinistra si apre una piccola altana dove gli arredi di Ethimo consentono di sedersi, prendere una pausa e ascoltare l’audio della poesia Considero Valore di Erri de Luca, voluta perché con i suoi versi è in grado di farsi palinsesto dei messaggi che Casa Italia vuole promuovere.

Lo specchio è il leitmotiv del piano terra, un gioco di riflessioni aumentato dalle opere delle artiste Goldschmied & Chiari che ci introducono ad un tema molto importante: la sostenibilità. Qui le opere sono quattro specchi che ritraggono paesaggi sintetici, percorsi da fumi affascinanti ma pericolosi, quasi a volerci dire che siamo attori e vittime dei meccanismi di manipolazione della natura.

Nel giardino, dalle altalene in midollino di Matteo Thun per Ethimo, la vista privilegiata sull’istallazione Gli Eroi di Giuseppe Gallo, dodici sculture in cui piccoli tronchi d’albero si trasformano in sedie mastodontiche. Qui il concetto di meraviglia risiede nella verifica che ogni invenzione umana, la sedia una delle più efficaci, è generata dalla natura e nelle sue regole risiede.

La terza stanza, anch’essa con bowwindow, è rivestita da una boiserie in legno scuro in cui si incassa il camino. L’opera Affiorare di Ornaghi e Prestinari una scultura composta da una pressa tipografica che aprendosi con grande stridore fa nascere un origami di una piantina di carta, opera più letterale sulla meraviglia che l’arte italiana tributa alla cultura giapponese. Completano la wunderkammer le sculture in ceramica The TheatreHayon è una raccolta di personaggi ironici in ceramica. Il teatro di volti allineati parla attraverso le loro espressioni divertenti e colorate di Jaime Hayon per Bosa.

La volontà del progetto di interpretare la meraviglia come sentimento necessario per l’uomo per dare origine al pensiero, e quindi di intenderlo in una logica di anti-spettacolare, è evidente nella scelta dell’opera Il Mare di Adeaide Cioni. Basta un simbolo essenziale per evocare un’emozione senza usare necessariamente fuochi d’artificio o tecnologia.

In questa stanza, tra i divani Essential disegnati da Franceso Binfarrè di Edra che assecondano la pianta del bow-window affiancati dai coffee table Liquefy di Patricia Urquiola per Glasitalia, i tavoli gioco di Hillsideout: il Pool Table è realizzato con un mix di legni provenienti dall’Italia e dall’amazzonia, un biliardo per uso domestico che vuole rappresentare, nella sua forma, la complessità della Foresta pluviale amazzonica.

Il Pirlì, il cui nome deriva da uno dei molti modi in cui viene chiamato il biliardino in italiano, è nato

dall’incontro di Hillsideout con l’artista Michele Balestra, una connessione magica come talvolta accade, tra i designer e l’artista che, al momento dell’incontro, aveva con sè la figurina di un calciatore in alluminio.

Questo connubio ha dato vita ad un pezzo maestoso, funzionale e significativo, realizzato con i legni colorati di Hillsideout e il bronzo a cera persa di Michele Balestra, materiali antichi e moderni che coesistono. La superficie di gioco è sospesa sulle gambe, come se quattro uomini lo presentassero come dono. Le gambe del tavolo rappresentano antiche colonne, capaci di sorreggere il peso della passione per il gioco e celebrare lo sfogo di tensioni e passioni umane.

Sui caminetti delle stanze troviamo: la scultura di Matteo Nasini, una porcellana realizzata con una stampante 3d, che processa le onde cerebrali di una persona dormiente. In questo modo possiamo toccare e vedere la forma di un sogno. Il piccolo dipinto di Luca Bertolo Blu Lady è un ritratto irriverente di una donna, condotto in uno stile volutamente infantile e indefinito. La scultura di Elena Mazzi Becoming With and Unbecoming With#6 è una fusione tra una vertebra d’argento e un blocco di vetro e sta a significare il rapporto di delicatissimo equilibrio che esiste tra il corpo e la mente. Infine le sculture di Ornaghi e Prestinari sembrano interpretare pienamente il fascino della cultura giapponese che gli italiani subiscono: Due sono delle tazze indivisibili tenute insieme dai propri manici, Pieno è un libro con sopra poggiato un cucchiaino di alabastro. Infine il Rametto di pomodori ciliegino di Giuseppe de Mattia in ceramica smaltata è una piccola delizia, tutto per la natura ha valore non solo il frutto ma ciò che di solito è per l’uomo lo scarto.

Il corridoio, contraddistinto dall’opera di Bonotto Garden Colibrì, realizzata su carta da Parati da Wall&Deco. Approdati al piano superiore nel ballatoio il wine bar Pozzo di Fortuna, disegnato e realizzato ad hoc da Hillsideout (Nat Wilms e Andrea Zambelli) con legni tipici dell’Italia (da nord a sud) ma anche del Giappone: noce, larice, acero, castagno, ulivo e olmo, oltre ad acrilico, stampe lambda, carta giapponese e ottone. In tedesco esiste la parola “Wunschbrunnen” (il pozzo dei desideri). È il pozzo delle favole dove i desideri si compiono, in cui cadono gli aghi delle principesse e dal quale escono le rane incantate. Nat e Andrea hanno dedicato il bancone Italia per le Olimpiadi di Tokyo al segno della fortuna.

Questa sala è dedicata alla sostenibilità ambientale e al rapporto problematico che esiste tra la natura e la sua antropizzazione. Di Goldschmied & Chiari l’opera dal titolo Ninfee è un paesaggio lacustre che cita le ninfee di Monet ma, ad uno sguardo più attento, si presenta infestato di buste di plastica colorata.

Dunque Mirabilia non è solo un progetto dedicato alla natura come fonte di meraviglia, ma cerca di sensibilizzare il fruitore a preservarla con le intenzioni e i fatti, come dice la scultura Sentimental seismographies di Loris Cecchini citando Sartre “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche.” Che, non a caso, campeggia su una montagna rovesciata.

Alla parete Aeolian Landform di Loris Cecchini ci mette di fronte ad una nuova lettura della spazialità: lo spazio fisico è interpretato come biologico, organico e vitale, ma allo stesso tempo razionale e strutturato.

Per realizzare l’opera Notes for dried and living bodies che troviamo nella prima lounge Luca Trevisani sottrae dalla natura una foglia di banano, su cui imprime un disegno colorato. Questo procedimento sperimentale ci consente di apprezzare la fusione tra naturalia ed artificialia teorizzata dal progetto di Mirabilia.

Si articola nelle stanze del primo piano il Ristorante di Casa Italia annunciato dall’opera neon di Giuseppe de Mattia Frutta e verdura, quasi a celebrare con leggerezza la ricchezza della nostra celebre dieta mediterranea.

Si articola nelle stanze del primo piano il Ristorante di Casa Italia Le pareti delle sale principali sono ricoperte da pannelli realizzati ad hoc in Alcantara, materiale sostenibile dal 2009 è certificato Carbon Neutral, fanno intravedere la carta originale della casa. I toni del verde blu caratterizzano gli ambienti, arredati con i tavoli in cristallo Starlight di Glasitalia, disegnati da Tokujin Yoshioka, autore anche della Torcia Olimpica per Tokyo 2020. Completano l’ambiente le sedie Gilda, con un inedito colore studiato per Casa Italia, e nell’ultima stanza Le sedie Gina con un mix di colori inediti di Jacopo Foggini per Edra.

Queste stanze sono valorizzate dalle due opere di Flavio Favelli, Paesaggio Borghese 71 e 72, composte da specchi graffiati con cornice. I graffi riproducono delle stelle e sono delle citazioni della prima meraviglia di cui l’uomo fa esperienza: il cielo stellato.

Nell’ultima stanza l’opera Atlante dei diversi paesaggi di Pietro Ruffo che parla dei rapporti politici tra l’uomo e la terra partendo proprio dagli oggetti che testimoniano questa relazione: le mappe geografiche. I confini stessi, che la natura non prevede, sono il risultato di vicende storiche di prevaricazioni, colonizzazione, guerre tra un popolo e l’altro e le libellule intagliate dall’artista nella mappa sono incoraggianti auspici alla libertà di ciascuna civiltà.

Il ristorante continua nelle 3 stanze sociali. Fanno da cornice ai grandi tavoli in acero naturale massello, legno tipico del Sol levante, realizzati ad hoc da Studio Effe su disegno di Leftover, i pannelli di Alcantara, materiale soft touch ed innovativo, realizzati su disegno a tagli verticali sovrapposti, che creano un’idea di movimento, di sovrapposizione. Completano l’ambiente le sedie Impossible Wood di Nipa Doshi e Jonathan Levien reinvenzione concettuale di una struttura stampata ad iniezione che conserva le qualità visive e tattile del legno.

Nel grande corridoio, Sotto un cielo di lampade Nuvem di Miguel Arruda per Slamp, un sistema componibile all’infinito ispirato da una sua scultura del 1980 è stato progettato come un vagone ristorante onirico, in cui il panorama è rappresentato dalla carta da parati Somewhere di Silvia Stella Osella per Wall&Deco. “Giocare e crescere, imparare e cadere, ripetere e allenarsi, provare e competere oppure solamente correre per sentirsi liberi.” Questo ispira il progetto modulare di Gio Tirotto delle sedute e tavoli del vagone ristorante prodotte da Alcantara e realizzate da Studio F. Il progetto vuole richiamare l’idea di Velocità, come le macchine sportive o le divise degli atleti, le cui grafiche e colori sono il disegno stesso delle carrozzerie dei corpi che vogliono sfuggire a chissà cosa.

L’ultima opera in ordine di apparizione è il neon di Giuseppe de Mattia Frutta e verdura, quasi a celebrare con leggerezza la ricchezza della dieta mediterranea e della nostra cucina che ci rende celebri nel mondo.

 

Progetto di interni a cura di: Claudia Pignatale / Secondome
Progetto arte a cura di: Beatrice Bertini e Benedetta Acciari / Ex Elettrofonica
Direttore Marketing e Sviluppo Coni: Diego Nepi Molineris
Masterplan: Architetto Luca Gall iano
Creative Director: Francesco de Figueiredo (Nero)
Interior Light Design: Marco Frascarolo e Stel la Cardel la (FABERtechnica),
Exterior Light Design: Massimo Pascucci
Art & Technology for Communication: Andrea Caracciolo (Informa Sistemi)
PH JIL-Studio